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      A togliere ogni dubbio su questo fatto mi è venuta incontro la testimonianza di un codice ignoto al Perez e al Pascoli: il «Vaticano Barberino Latino 3953» pubblicato or non è molto tempo per cura di Gino Lega. In esso, Nicolò de' Rossi, un poeta d'amore di pochissimo valore artistico, ma evidentemente consapevole del significato profondo della poesia d'amore(127), ha raccolto con le canzoni di Dante, di Guido Cavalcanti e di altri, alcune poesie sue. La prima di queste, che comincia Color di perla dolce mia salute e si rivolge, secondo il solito, a una donna, è evidentemente in gergo e imita la canzone del Cavalcanti Donna mi prega, ed è seguìta anche da un commento, una expositio in latino, di mano dell'autore.
      Il poeta che riceve salute e conforto dalla sua donna che lo rende, secondo quanto egli dice, accorto per quanto si stende lo suo intelletto, si propone di dire «i gradi e la virtude del vero amore». Questi gradi (che sono evidentemente gradi dell'iniziazione secondo i quali si poteva essere, come dice Dante, «in diverso grado "Fedeli d'Amore"») sono espressi vagamente nella canzone e commentati artificiosamente nella expositio. Nel primo grado avviene una strana liquefazione dello spirito, della quale parleremo in seguito, e questo grado si chiama «liquefatio», il secondo si chiama «langor» (languor), il terzo « zelus» e quanto al quarto col quale, secondo il testo, l'amore attinge «la somma gerarchia» e «en extasi ogni altra vita oblia contempla rapto e capto la figura», il commento si esprime così: «Quarti gradus. s. extasym describitur perfectio per quem pervenitur ad amorem perfectisime possidendum.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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