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      Hom non si dee tener troppo alteroma dee guardar su stato e sua natura
      foll'è chi crede sol veder lo veroe non crede ch'altri vi ponga cura(188).
      Volano per aire augelli di strane guisené tutti d'un volar né d'un ardire
      et hanno in sé diversi operamenti.
      Dio in ciascun grado natura misee fe' dispari senni e intendimenti
      e però ciò che om pensa non de dire(189).
      Bel modo invero di fondare il dolce stil novo se esso fosse, secondo l'interpretazione comune, espressione più diretta e più immediata del sentimento d'amore! Altro che espressione diretta e immediata! Si tratta precisamente di non dire quel che l'uomo pensa, di complicare la propria espressione perché c'è chi sta vigilando su quello che si dice e non tutti gli uccelli hanno lo stesso ardire e bisogna aver riguardo ai più deboli tra gli adepti che non possono esporsi a dire in modo troppo trasparente la verità!
      Basterebbe questo sonetto, letto senza badare alle superstizioni della critica moderna, per far sentire che questa gente, lungi dall'esprimere «come detta dentro» una passione amorosa, cerca la maniera di sfuggire con la sua verità amata in mezzo a un mondo di sospetti e di nemici con un segreto nel cuore che si nasconde con tragica trepidazione, perché non tutti gli «uccelli» avrebbero il coraggio di sostenerlo apertamente.
      2. La concezione dantesca del dolce stil novoSe guardiamo alla maniera con la quale Dante ci rappresenta il dolce stil novo vedremo che essa conferma pienamente tale interpretazione. Dante immagina, com'è noto, un discorso tenuto in Purgatorio proprio con Buonagiunta da Lucca.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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