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      E ora viene fatto di sorridere se si torni all'interpretazione nettamente opposta che dà a questi versi la nostra critica corrente che insegna ancora nelle scuole che significare «come detta dentro amore» vuol dire esprimere in maniera più diretta e più immediata il sentimento dell'amore!
      Certo non l'interpretarono così i più veri intenditori del pensiero di Dante. Tanto il Perez quanto il Pascoli quanto il Cesareo(191) rifiutarono questa superficialissima interpretazione che del resto era stata già rifiutata niente di meno che da Francesco Petrarca, il quale ci lasciò (secondo una verosimilissima tradizione) una sola chiosa dantesca e su questi versi, ma tale che vale per tutto un commento.
      «Dimmi, tu pari vago e intendente di questa sua Comedia, (egli disse a un tale parlando del Poema Sacro e affermando che era opera non di Dante, ma dello Spirito Santo) come intendi tu tre versi che pone nel Purgatorio...
      I' mi son un, che quandoAmor mi spira noto e a quel modo
      ch'e' ditta dentro vo significando.
      «Non vedi tu che dice qui chiaro, che, quando l'amore dello Spirito Sancto lo spira dentro al suo intelletto, che nota l'ispirazione, e poi la significa secondo che esso Spirito gli dicta e dimostra?(192)»
      Or non è questo un modo evidente, sce pur sempre velato, di dichiarare che Amore per Dante non significa amore di una donna, ma è amore simbolico, di carattere religioso?
      Ma mi diranno che questa testimonianza del Petrarca è solo una tradizione. C'è qualche altra cosa che non è una tradizione e che la critica realista non vede per la sua ostinata cecità, ed è che quella canzone: Donne ch'avete intelletto d'amore, che in quel passo è citata come tipica e fondamentale delle Nuove Rime, cioè del dolce stil novo, invece di essere più spontanea delle precedenti e più immediatamente dettata dall'amore, è tra le più difficili, tra le più artificiose, tra le più complicate di simbolismo che siano mai state scritte e Dante stesso, dopo averle appiccicato alcune artificiosissime chiose, con le quali evidentemente non spiega nulla della sua sostanza, finisce col dire così:


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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