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      O morte, fiume di lacrime e piantoo nemica di canto,
      desidero visibil che ci vegni,
      perché sostegni sì crudel martire?
      Perché di tanto arbitro hai preso mantoe contra tutti ha 'l guanto?
      Ben par nel tu' pensier che sempre regnipoi ci disegni lo mortal partire.
      Tu non ti puoi, maligna, qui covrirené da ciascun disdire,
      ché non trovasi più di te possente:
      fu Cristo onnipotente a la sua morteche prese Adamo ed ispezzò le porte
      incalzandoti forte:
      allora ti spogliò de la virtuteed a lo 'nferno tolse ogni salute(222).
      O morte, patimento d'amistate,
      o senza pietate,
      di ben matrigna ed albergo del male!
      Già non ti cale a cui spegni la vita,
      perché tu, fonte d'ogni crudeltate,
      madre di vanitate,
      se' fatta arciera e di noi fa' segnale,
      di colpo micidial sì se' fornita.
      O come tua possanza fia finitatrovando poc'aita
      quando fia data la crudel sentenzadi tua fallenza dal Signor superno!
      Poi fia tuo loco in foco sempiterno:
      lì sarai state e vernolà dove hai messo papi e 'mperadori
      re e prelati ed altri gran signori(223).
      O morte oscura di laida sembianza,
      o nave di turbanzache ciò ch'è vita congiunge e notrica,
      nulla ti par fatica scieverare,
      perché radice d'ogni sconsolanzaprendi tanta baldanza:
      d'ogni uom se' fatta pessim nemica,
      nova doglia ed antica fai creare,
      pianto e dolor tutto fai generare;
      ond'io ti vo' blasmare,
      ché quando un uom prende diletto e posadi sua novella sposa in questo mondo
      breve tempo lo fai viver giocondo,
      ché tu lo tiri a fondo,
      poi non ne mostri ragione, ma usaggio(224)
      d'onde riman doglioso vedovaggio.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Cristo Adamo