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      e faccian sepultura - con suo nome in sculpturae tu lo scrivi loro - e dai lor lo tesoro
      perch'ella sia honorata - sepellita e locatae che preghin per ella - e dì com'era bella
      e saggia e come nata - e d'onestade ornatae come il suo paese - non averà difese
      a morir sol del pianto - di tal dolor e tantoe dì com'ella è morta - in penitenza accorta
      e pon ne le sue mani - croci perché i cristianisaccian ch'ell'ebbe fede - di ciò che buon uom crede
      poi a Dio la accomanda - et in acqua la manda(245).
      Ciò che è più strano è che l'autore, commentatore minuziosissimo di tutto ciò che egli dice, qui invece di commentare il complesso, parla soltanto della scritta che l'amante deve mettere nella cassa e di come si deve fabbricare e fa addirittura un trattato di metrica per scrivere le poesie d'amore, «ballatellam, cantionem extensam, sonitium, ecc.», finendo col dire «sunt et alii plures modi qui non sunt pro novitiis». Seguitando, poi, il Barberino parla di quello che si deve fare quando, mentre l'amato sta in mare con l'amata, la nave fa naufragio; e qui dichiara addirittura che non può dare spiegazioni: «et ammodo lictera glosam non habet quia ista instructio non posset apertius glosari(246)». Conferma evidentissima che del naufragio e della morte non si poteva parlare troppo apertamente.
      «Donne». Significa: gli Adepti, i «Fedeli d'Amore». Quando Dante dice: Donne ch'avete intelletto d'amore, parla semplicemente ai suoi compagni di fede e di lotta. Dice perciò Dante che di Madonna non si può parlare che con loro (e ho già dimostrato che, dicendo di parlarne con donne, ne parlava con uomini), dice che qualunque donna miri negli occhi di lei diventa «gentil donna» e simili.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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