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      E 'l folle segue amor per altra via(256),
      mai non riposa in sicura domo.
      Nel terzo grado non fa vita d'omoche porti 'n sé ragion; ma fantasia(257).
      «Fiore». La parola è usitatissima per esprimere la Sapienza santa e la setta che la coltiva. Si identifica con la «Rosa» e non deve sorprendere se il rifacimento italiano (forse di Dante) del Roman de la Rose porti per titolo il «Fiore». Questo «Fiore» amato e conteso all'amante, questo «Fiore» che l'amante bacia con le braccia in croce(258), il possesso del quale è conteso da Gelosia (la Chiesa) e da quel Malabocca nel quale si ravvisa limpidamente la figura di un maligno inquisitore, è la Sapienza santa che viene conseguita a dispetto dell'opposizione della Chiesa corrotta. Tutto ciò che nel piccolo libro è digressione o contorno vago o doppio senso lubrico serve esclusivamente, come abbiamo visto, a velare il dramma dell'iniziazione, della persecuzione e della vittoria della santa verità che l'uomo deve riuscire a conquistare. Tutta la poesia siciliana è piena di questo «Fiore». Federico II scrive:
      Ed ho fidanzamio servire a piacere
      di voi che siete fiore(259).
      Caccia da Castello:
      Chi ha fiorita l'alma, di quel fior disia(260).
      Verso nel quale il Fiore ha evidentemente il carattere di cosa amata da molti, non da uno solo. Il Saladino di Pavia dice:
      Tanto di fino amore son gaudente,
      ch'uomo vivente non credo che sia,
      né in gio' né in signoria così gioiososiccome eo ch'amo l'alta Fiore aulente.
      Egli scrive altrove:
      Che ben aggia Amore
      che fue tramezzatore


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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