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      E in quel momento infatti, ispirandosi alla tradizione della setta, Amore consiglia un nuovo schermo a Dante. Dante si trova ugualmente per un cammino «lungo lo quale sen gia uno rivo chiaro molto» quando (ispirandosi alla tradizione della setta) pensa il primo verso della famosa canzone: Donne ch'avete intelletto d'amore(275). È utile osservare che tanto il «rivo», lungo il quale andava Dante, quanto il «fiume bello e corrente e chiarissimo», al quale Amore volge gli occhi, non hanno nessun ufficio nella descrizione del paesaggio, il quale si limita ingenuamente a questo particolare unico e non hanno alcun significato serio nel contesto del racconto letterale.
      Mazzeo da Messina parla della «fonte che m'ha tolto ovunque sete». Guido Orlandi dice descrivendo la sua condizione d'amore: «Condotto sono in porto d'acqua viva».
      Secondo il solito anche la misteriosa «Intelligenza» di Dino Compagni ha una fontana nel suo palazzo.
      Ed io stando presso a una fiumanain un verziere, all'ombra d'un bel pino:
      d'acqua viva aveavi una fontanaintorneata di fior gelsomino(276).
      Questa fontana che sorge ai piedi d'un albero (di regola faggio, pino o alloro) si ritrova di continuo a ombreggiare il riposo di tutte queste donne misteriose e, secondo la significantissima visione del Boccaccio (come si riuniscono le fila di questo simbolismo!) la madre di Dante sognò di partorire il figlio presso questa stessa fonte, all'ombra d'un alloro(277).
      Cino da Pistoia in quel sonetto nel quale con grandissima fretta, e perciò con alquanta noncuranza del senso comune, dà conto in gergo di un suo viaggio, dice a un certo punto, evidentemente per dire di essere giunto in un luogo dove erano dei correligionari, una scuola, un centro settario.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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