Pagina (249/879)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Guido era stato e forse era ancora il brillantissimo capo del movimento, quello che aveva portato la setta in molto floride condizioni, ed era un abilissimo artefice di versi a significato anfibologico. L'Orlandi ricorda proprio tutti questi suoi meriti, ma vuole insistere che non si può dire che amore pianga.
      Riconosce che Guido sa limare (i versi), «di palo in frasca come uccel volare» (passare abilmente dall'uno all'altro senso), «con grande ingegno gir per loco stretto» (abilmente insinuarsi tra le strettezze del parlare doppio) e sa «salvar lo guadagnato» (conservare alla setta ciò che essa ha), «accoglier gente» (chiamare ad essa nuovi adepti), «terra guadagnare» (estendere l'attività della setta in altre città). Ma Guido non ha che un difetto solo, cioè che va «dicendo tra la savia gente» (tra i poeti d'amore, tra gli affiliati) che farebbe «piangere amore». Il sonetto termina riaffermando la spiritualità del poeta, che vuol confermare d'intendersi delle cose dello spirito tanto da aver disusato l'amore materiale.
      Amico, i' saccia ben che sa' limarecon punta lata maglia di coretto,(285)
      di palo in frasca come uccel volare,
      con grande ingegno gir per loco stretto,(286)
      e largamente prendere e donare,
      salvar lo guadagnato (ciò m'è detto),
      accoglier gente, terra guadagnare:
      in te non trovo mai ch'uno difetto;
      che vai dicendo in tra la savia gente,
      faresti Amore piangere in tuo stato.
      Non credo, poi non vede(287): quest'è piano.
      E ben di 'l ver, che non si porta in mano:
      anzi per passion punge la mente


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Orlandi Guido Guido Amore