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      Ed, a presente, canoscente chero,
      perch'io no spero - ch'om di basso corea tal ragione porti canoscenza:
      ché senza - natural dimostramentonon ò talento - di voler provare
      là ove posa e chi lo fa creare,
      e qual è sua vertute e sua potenza,
      l'essenza, - poi ciascun suo movimento,
      e 'l piaciamento - che 'l fa dire amaree s'omo per veder lo po' mostrare.
      Stanza seconda.
      L'amore (che è congiungimento dell'intelletto passivo con l'Intelligenza attiva, cioè spirituale unione con la Sapienza santa) sorge nello spirito in quella parte dove sta memora, in quanto allorché sorge uccide l'uomo vecchio e con lui la memoria di ciò che egli fu e si mette al suo posto. È dunque rinnovamento, palingenesi, «vita nuova» e si forma come il diafano è formato dalla luce (gli scolastici avevano già detto che l'Intelletto attivo penetra l'intelletto passivo come la luce penetra la cosa diafana). Questa illuminazione si forma attraverso un'oscurità che sorge e dura per opera di Marte (del principio della lotta e della disarmonia)(355). L'amore ha questo nome per i sensi ma è un costume dell'anima e una volontà del cuore. Esso sorge per opera della Sapienza intuita (veduta forma che s'intende) cioè dell'intelletto attivo che prende luogo e dimoranza nell'intelletto possibile come in un suo subbietto. Nella parte intellettuale dello spirito esso sta immune dal dolore (non ha pesanza) perché è un atto puro (da qualitade non discende) e risplende come gioia in sé; non già come piacere comune (diletto), ma come pura contemplazione (consideranza), cosicché la sua gioia non può essere rassomigliata a nessun'altra.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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