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      La sua memoria parla piangendo della fanciulla, perché nella palingenesi operata dalla Sapienza santa, dalla fanciulla, con la morte dell'uomo vecchio è stata distrutta proprio la «memoria»; infatti Guido Cavalcanti dice che Amore prende suo loco «in quella parte dove sta memora» e Dante comincia la sua storia d'innamoramento giovanile dicendo che nel libro della sua memoria poco si potrebbe leggere innanzi a quella rubrica «Vita Nuova» che segna appunto il suo ritrovarsi fanciullo nella palingenesi, innamorato della fanciulla che è la Sapienza santa con distruzione della memoria cioè dell'uomo vecchio.
      La donna della quale Dante s'innamora ha dunque aspetto e figura di fanciulla e ha nove anni essa pure. Si noti che nei romanzi a fondo iniziatico l'amante e la simbolica amata hanno sempre la stessa età(476). Se Beatrice si deve ritenere, per tutta la dottrina precedentemente esposta, l'intelligenza attiva in quanto essa risplende all'intelletto passivo individuale che è in Dante, il quale si vivifica al contatto di lei, i due termini sono in certo modo correlativi e si capisce che i due termini di quest'unione siano nati insieme.
      A ogni formazione di un intelletto passivo corrisponde il raggio dell'Intelligenza attiva che deve illuminarlo e condurlo a Dio e che la dottrina mistica dei «Fedeli d'Amore» ha artificiosamente astratto e personalizzato nella donna.
      Vi è una differenza di pochi mesi, precisamente nove, tra Dante e Beatrice(477) i quali hanno però ambedue, nota Dante, nove anni, il che vuole esprimere forse l'idea assai sottile che l'uomo esiste, è stato generato già da nove mesi quando il motore primo spira in lui l'intelletto passivo, quindi a rigore soltanto dopo che l'uomo è stato generato da nove mesi viene a esistere di fronte a esso l'intelligenza attiva che deve illuminarlo(478). Sarebbe una verità di ordine naturale trasferita nel simbolismo iniziatico.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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