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      molto mi dol de la gentil tua mentee d'assai tue vertù che ti son tolte.
      Solevanti spiacer persone molte,
      tuttor fuggivi l'annoiosa gente;
      di me(486) parlavi sì coralemente,
      che tutte le tue rime avie ricolte.
      Or non ardisco per la vil tua vitafar mostramento che tuo dir mi piaccia,
      né in guisa vegno a te che tu mi veggi(487).
      Se 'l presente sonetto spesso leggi,
      lo spirito noioso che t'incacciasi partirà da l'anima invilita(488).
      È una ramanzina in piena regola data d'autorità, non solo da un amico, ma da uno che ne distribuiva a destra e a sinistra a tutti i «Fedeli d'Amore» e non è un rimprovero d'infingardaggine come ad alcuni pare, ma di cattivi pensieri e di cattivi contatti, di «viltà», di «noia» nel loro senso convenzionale ed è scritto in nome d'Amore. «Di me parlavi sì coralemente» non vuol dire che Dante usasse parlare di Guido; parlava d'Amore. Ma Guido scriveva a nome d'Amore, d'autorità, perché era l'autorità della setta d'Amore. E dice che mentre prima Amore si mostrava a Dante (accoglienza tra gli adepti, saluto, ecc.) ora Amore non va più a Dante in modo che egli lo veda. Dante non ha più accoglienza nella setta né partecipa ai riti sacramentali (saluto). Si noti che la frase nella quale Amore dice che non va a Dante in guisa da esser veduto da lui, perché esso si porta male è, nel piano letterale, un nonsenso.
      E ora torniamo alla Vita Nuova. Amore dopo aver antiesteticamente, ma con fine intenzione, infilato tutte quelle «noie», consiglia a Dante semplicemente di dire certe parole per rima «ne le quali tu comprendi la forza che io tegno sopra te per lei (Beatrice), e come tu fosti suo tostamente da la tua puerizia (sempre fedele dalla tua iniziazione in poi). E di ciò chiama testimonio colui che lo sa, e come tu prieghi lui che li le dica; ed io, che son quelli, volentieri le ne ragionerò; e per questo sentirà ella la tua volontade, la quale sentendo conoscerà le parole de li ingannati».


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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