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      Divide e suddivide la canzone in tante maniere, ma non dice una sola parola per spiegarci che cosa sia quell'angelo, perché Iddio non voglia ancor mandar Beatrice in cielo, che cosa c'entrino quei dannati dell'Inferno e simili. Non dice assolutamente nulla che somigli a una vera interpretazione e dopo avere abbindolato il lettore con tutte quelle divisioni, gli dice francamente: «Dico bene che, a più aprire lo intendimento di questa canzone, si converrebbe usare di più minute divisioni; ma tuttavia chi non è di tanto ingegno che per queste che sono fatte la possa intendere, a me non dispiace se la mi lascia stare, ché certo io temo d'avere a troppi comunicato lo suo intendimento pur per queste divisioni che fatte sono, s'elli avvenisse che molti le potessero audire». Ma dopo questo ci si continua ancora a dire che la Vita Nuova è l'ingenuo racconto degli amori giovanili di Dante e che le «nuove rime» che si aprono con essa sono caratterizzate dall'espressione immediata e diretta del sentimento d'amore che suscita la donna!
      Il bello è che quando i critici realisti vanno a spiegarci questa canzone (che evidentemente nel pensiero di Dante aveva un senso profondo, comprensibile a pochi), ci spiegano che le donne che hanno intelletto d'amore sono... le donne che s'intendono d'amore, che l'angelo che desidera Beatrice in cielo è... l'angelo che desidera Beatrice in cielo, che gli effetti salutevoli di Beatrice sono... gli effetti salutevoli che produceva Beatrice Portinari e così di seguito.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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