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      La loro pretesa spiegazione di questa poesia che Dante dichiara difficile a intendere, non è altro se non la ripetizione letterale dei suoi concetti esteriori con qualche chiarificazione e modernizzazione di termini, così che Dante facendo capire che quella poesia era profonda e difficile, avrebbe semplicemente detto una grossa scimunitaggine. L'interpretazione simbolica di tutto questo gruppo di poesie porta a rivendicare la ragionevolezza dei suoi autori che le hanno sempre presentate come ardue a intendere e che invece la critica positiva vuol ridurre a cose semplici che non dicano più di quello che manifestano nel senso letterale.
      A questa canzone possediamo fortunatamente una risposta. Le risposte sono sempre preziose per capire il vero significato delle poesie, perché generalmente non andavano sotto gli occhi della gente congiunte con le proposte e quindi non dovevano essere coerenti con quelle nella lettera, ma dovevano essere invece coerenti nello spirito profondo.
      Questa risposta è scritta a nome delle «donne» e ignoriamo chi sia il suo vero autore. Quello che mi sembra però assolutamente da escludere è che l'autore di questa canzone possa essere Dante stesso. Essa contiene tali lodi per Dante e una così sperticata esaltazione della sua arte, della sua perfezione in amare, degli effetti meravigliosi che egli produce in tutti gli amanti col suo canto, che se Dante se la fosse scritta da sé avrebbe commesso la più inverosimile sconvenienza che si possa immaginare: sarebbe questo il più colossale autosoffietto della storia.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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