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      Essa innamora necessariamente tutti e subito coloro che la vedono. E nel seguito si dice che ogni stella piove in lei delle sue virtù (come in Beatrice operarono tutti e nove i cieli), come nella Sapienza suprema tutte le intelligenze convergono. Si dice che la Sapienza non è conosciuta se non per mezzo di Amore (Amor Sapientiae) e che Dante che l'ha affisata ne è stato a rischio di perder la vita (morte mistica) e che piange (simula) da allora.
      LXXXVIII-LXXXIX. Delle due poesie che seguono, la prima: Perché ti vedi giovinetta e bella, protesta probabilmente contro il rigore della setta che lo mette a dura prova. L'altra: Chi guarderà già mai sanza paura, è un'artificiosa premonizione della mistica morte.
      XC. Chi ha ormai compreso il gioco potrà leggere senza che io ripeta le solite cose la canzone: Amor che movi tua vertù dal cielo. Ma osserverò soltanto che nell'esaltazione d'Amore si dice chiaramente che senza di esso (Amor sapientiae) «è distrutto quanto avemo in potenzia di ben fare» e si usa proprio quella famosa immagine della luce, senza la quale tutto rimane come se non fosse, immagine che era usata nell'aristotelismo per esprimere la necessità che lo spirito umano sia illuminato dall'intelligenza attiva, la quale è necessaria per vedere il vero come la luce per vedere gli oggetti:
      Sanza te è distruttoquanto avemo in potenzia di ben fare,
      come pintura in tenebrosa parte,
      che non si può mostrarené dar diletto di color né d'arte(542)
      Si ripetono i soliti concetti che la donna ferisce «come il raggio d'una stella», si ripete che essa è portata «ne la mente» e simili.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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