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      .. desolazione delle virtù sbandite, cosa che è già chiarissima nel senso letterale o se, peggio ancora, per spiegare che la prima donna nacque alle fonti del Nilo, si arzigogoli che il Nilo era un fiume del Paradiso terrestre e che la Drittura nacque lì!
      Ma non basta. Che cosa deve fare questa canzone quando avanti agli «amici di virtù» si sarà fatta «di color nuovi»? Deve puramente e semplicemente «far desiderare il Fior», deve cioè far amare la setta e la Sapienza santa che in essa si coltiva e la nobile aspettazione con la quale essa spera che il mondo sarà salvato, aspettazione che è coltivata dagli «amorosi cuori», cioè dai «Fedeli d'Amore».
      Canzone a' panni tuoi non ponga uom mano,
      per veder quel che bella donna chiude:
      bastin le parti nude;
      lo dolce pome a tutta gente niega,(570)
      per cui ciascun man piega.
      Ma s'elli avvien che tu alcun mai truoviamico di virtù, ed e' ti priega,
      fatti di color novi,
      poi li ti mostra; e 'l fior, ch'è bel di fori,
      fa disiar ne li amorosi cori.
      Ma la canzone ha anche un secondo congedo. Esso comincia con due strani versi che non alludono (come crede l'ingenua critica positiva) al fatto che Dante si voglia barcamenare tra i Bianchi e i Neri (e che Dante perdoni a chi ha osato insultarlo con questa interpretazione!), ma al fatto che la canzone uccella (illude) con bianche piume, mentre caccia (combatte) con veltri neri («Nell'alma guerra e nella bocca pace», dirà l'Ascolano), cioè con quella tale figura rettorica che secondo Dante «è molto laudabile e anco necessaria» quando «le parole sono a una persona e la 'ntenzione è a un'altra.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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