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      ) che se gli antichissimi seguaci del Pontefice (papali, papienses), risorgessero ora, parlerebbero un linguaggio ben diverso da quello degli attuali seguaci del Pontefice» (I 9 7).
      Ho già ricordato che volendo prendere un nome qualunque di borgo egli va a scegliere Petramala che chiama con apparente ironia città grandissima e madre della maggior parte dei figli d'Adamo, e che può essere benissimo Roma, la mala pietra (I 6 2).
      È certo molto importante che quando Dante deve scegliere le parole comuni alle tre lingue romanze, scelga parole delle quali molte figurano nel glossario del gergo: Dio, Cielo, Amore, Mare, Terra, Vivere, Morire, Amare (I 8 6), che volendo prendere un esempio d'espressione insipida cavi fuori questa frase: «Petrus amat multum dominam Bertam», (II 6 5). Se ricordiamo che «Monna Berta» è il prototipo della donna sciocca e volgare (Non creda Monna Berta e ser Martino...) la predilezione di Pietro per lei può essere molto significante, e ugualmente interessante è il fatto che Dante infili come esempi una serie di parole che possono facilmente collegarsi in una frase significante e lodante appunto la letizia, la salute, la sicurezza, la difesa che l'amore (della Sapienza, la setta) possono dare. Le parole sono appunto Amore, donna, disio, volute, donare, letitia, salute, securitate, difesa (II 7 5).
      Ripeto che lascio questo problema alle indagini ancora da compiere, ricordo però che esso non si può risolvere né con poche osservazioni staccate, sia pure impressionanti, né con una risatina sciocca.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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