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      Io ho la più incondizionata ammirazione per quella critica studiosa e paziente che ci ha messi in condizione di conoscere direttamente ed esattamente i nostri poeti; reagisco però energicamente contro la tonfia sicumera con la quale furono vilipesi, per esempio, il Rossetti e il Pascoli e fu deriso tutto questo nostro ordine di studi, da letterati dei quali alcuni avevano compiuto buoni esami dei codici (e altri non avevano compiuto neppure quelli) e che pretendevano di trasferire senz'altro, nel campo dell'interpretazione e della sintesi, una loro autorità conquistata in tutt'altro campo, e cioè nell'esame dei documenti e dei testi.
      E valga soprattutto a scusa della mia reazione il dover difendere da tanti insulti due nobilissimi poeti come Gabriele Rossetti e Giovanni Pascoli, ai quali tanto deve, per diverse ragioni, la nuova Italia, e che morirono nell'angoscia d'essere stati non giudicati o confutati, ma derisi, e si appellarono agli studiosi dell'avvenire.
      Bisognava pure che prima o poi qualcuno rispondesse a questo appello!
      XIV. Obiezioni, dubbi, problemiHo esposto, in forma sommaria, soltanto i principalissimi fra i risultati della mia indagine. Ognuno comprende che tale indagine, per essere compiuta, dovrebbe estendersi immensamente al di là dei limiti storici entro i quali io l'ho contenuta e approfondirsi nei particolari della vita politica, religiosa, civile e artistica del Medioevo(604) assai più di quanto io non abbia avuto agio di fare. Se io ho osato presentare questo gruppo di risultati prima d'avere esteso l'indagine in tutte le regioni nelle quali avrebbe potuto spingersi, ciò è soltanto perché mi sono persuaso che tale indagine è veramente sconfinata e ho voluto soprattutto con questo mio libro chiamare a essa un gruppo di giovani studiosi, perché le forze e la vita di un uomo non possono bastare a esaurirla.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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