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      Ché, se il Del Lungo in quel suo sdegnoso «non sapemmo mai», avesse voluto alludere alle incertezze e varietà che presentò la difficile interpretazione mistica e iniziatica del pensiero di Dante, potremmo rispondergli (anche a nome del Foscolo e del Rossetti che quel suo disdegno ferisce), che tali incertezze o contraddizioni non toccarono mai il punto a cui giunse la critica «positiva» proprio in quel commento del Del Lungo che si apre con quelle parole. Quel commento infatti a p. 16 ci rivela autorevolmente che Lucia è simbolo della giustizia e a p. 116 che Lucia è «figurativa della speranza». A p. 64 ci insegna che il drago che sfondò il carro della Chiesa è l'Islamismo e a p. 636 che è «lo scisma tra la chiesa greca e la latina».
      Le quali cose io noto perché i giovani apprendano a valutare seriamente le autorità riconoscendo per esempio che il Del Lungo, mirabile e profondo commentatore della Cronica di Dino Compagni e illustratore dottissimo di altri documenti, fu un assai confuso ricercatore dei sensi reconditi della Commedia e un giudice superficialissimo delle interpretazioni altrui. Questo io ricordo per quei positivissimi incompetenti che daranno per confutato il Rossetti(613) e che saranno (ricordatelo bene) gli stessi che fino a cinque o sei anni fa davano per confutato il Pascoli contro il quale non erano state scritte che poche vergognose sciocchezze e organizzati taciti boicottaggi o dichiarato che scriveva «pazze fantasticherie che non avevano bisogno di confutazioni».


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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