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      4. Il problema dell'estensione e della durata del movimentoCon il problema del contenuto della dottrina dei «Fedeli d'Amore» si ricollega naturalmente anche quello dell'estensione del movimento. Quanto abbiamo detto a proposito del Fiore ci fa certi che tra le lingue romanze l'italiana non fu la sola ad assumere, su imitazione della persiana, le forme convenzionali dell'amore terreno per l'amore mistico e settario. La Provenza aveva già, nella sua vasta letteratura, sperimentato un tal metodo e il «trobar clus» di alcuni trovatori non era un gioco sciocco, ma era una maniera di comunicare in segreto tra adepti di una stessa fede. Ma, data la scoperta del metodo e l'estensione del movimento, si comprende come esso dovesse penetrare facilmente dappertutto dove c'era l'usanza di cantare d'amore, e la poesia dei «Minnesingers» non fu probabilmente immune da queste infiltrazioni simboliche.
      D'altra parte noi sappiamo troppo bene che lo spirito della ribellione contro Roma, represso nelle sue manifestazioni aperte, si nascondeva sotto le vesti più strane e più inattese. È notorio che i goliardi nelle loro poesie si comunicavano fra loro segretamente pensieri di ribellione alla Chiesa e all'autorità.
      Il nascondere idee avverse alla Chiesa corrotta e il diffondere la propaganda ereticale, non fu un privilegio della lirica: la favolistica, la novellistica furono in molti casi animate dallo stesso intento.
      Altra cosa nota è che gli alchimisti molte volte, sotto quella loro fantastica ricerca della pietra filosofale, celavano idee e indagini di ben altro genere.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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