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      Ricordo che il Rossetti vide gergo settario non solo in tutta l'opera del Boccaccio e del Petrarca, ma giù giù in tutta quella di Federico Frezzi e poi dell'Accademia Platonica e di molti scrittori del Cinquecento.
      Quanto però al tramontare di questo metodo, io devo esporre un mio pensiero.
      Una delle ragioni per le quali il contenuto mistico della poesia d'amore venne col tempo a svanire fu questa: che l'arte della quale il pensiero mistico e settario si era rivestito, venne ad assumere via via nello spirito un'importanza sempre maggiore. La fioritura di pensieri poetici che era servita in certe circostanze a nascondere l'idea mistica e che era stata coltivata in gran parte proprio a questo scopo, quando l'idea mistica perdette di forza e l'arte suscitò passione più intensa, soffocò il substrato segreto di pensieri mistici che era usa a contenere. I poeti cantarono allora per cantare; l'amore vero prese il sopravvento come, con un processo perfettamente analogo, le figure simboliche disegnate sulle vecchie chiese romaniche a poco a poco perdettero il loro carattere di simbolo e furono ripetute per la loro bellezza o come espressione ornamentale a scopo di pura arte.
      Così la poesia d'amore ridiventò pura poesia d'amore ma, sia detto per inciso, se la poesia d'amore italiana fu e si mantenne sempre così iperbolica, così gonfia, così propensa all'esagerazione e così legata alle formule troppo vaghe e troppo astratte(621), ciò si deve forse in parte al fatto che essa ebbe come sua prima manifestazione e suo primo modello una poesia pseudoamorosa nella quale, in vero, non si cantava una donna, ma un essere divino senza umanità alcuna e di fronte al quale ogni iperbole era legittima e ogni determinazione precisa di sentimenti impossibile.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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