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      Perché? Perché sono belle?
      Ma chi ha detto che attraverso decenni e decenni di tentativi, da un ambiente dove i versi nascondono simboli e convenzioni non possano emergere delle poesie belle? Ma se appunto per decenni e decenni lo sforzo di tutti questi poeti è stato quello di esprimere pensieri riguardanti la Sapienza iniziatica ma con una forma esterna che avesse la sua logica anche come poesia d'amore, dobbiamo pensare che non dovessero mai riuscire bene nel loro intento? Ma è proprio la rarità dei casi nei quali essi sono riusciti a esprimere con perfetta logica e armonia il pensiero palese, quella che ci fa certi che essi avevano di regola un altro pensiero e un altro intento che fondamentalmente non era poetico.
      È perfettamente logico che tra migliaia di poesie scritte in gergo, ma con l'intento di mostrare una logica amorosa, alcune siano riuscite: è perfettamente assurdo invece che tra migliaia di poesie scritte per amore e per commuovere delle donne (che per commuoversi avrebbero dovuto per lo meno intenderle!), l'enorme maggioranza sia riuscita così gelida, così confusa di moralismo, di dottrina e perfino di politica.
      C'è un fatto storico che naturalmente i nostri filologi e i nostri estetizzanti sembrano ignorare: cioè che quella poesia persiana, che era poesia mistica in gergo amoroso, ha prodotto molti capo-lavori di arte poetica come quelli di Hafiz e di Saadi, versi perfettissimamente armonici e logici nel piano apparente dell'amore, ma tuttavia scritti secondo i sensi convenzionali del misticismo persiano.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Sapienza Hafiz Saadi