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      E come può sfuggire al Tonelli che i versi erano un lasciapassare comodissimo per qualunque corte, per qualunque casa, per qualunque città? E avrebbero dovuto essere i poeti così stupidi da sostituire una lettera, che per forza dev'essere indirizzata a uno, quando le poesie funzionavano perfettamente da circolari e potevano girare anni e anni e quando, una volta stabilita una convenzione sul significato di poche parole che son quelle che tornano sempre nel linguaggio amoroso, tutta questa corrispondenza assumeva una giustificazione e una naturalezza perfetta?
      Il Roman de la Rose. Ma se qui l'opposizione del Tonelli è molto ingenua, in quel che segue è veramente assai distratta ed egli mostra di non aver letto il mio libro con quell'attenzione che dice, né d'aver idea dei libri che l'hanno preceduto. Presenta anche lui come un'obiezione il fatto che i precedenti del movimento dovrebbero essere cercati fuori d'Italia e mi dice: «D'altra parte, tutti gli argomenti addotti per esempio, per I Documenti d'Amore del Barberino e per il Fiore di Durante, valgono per il Roman de la Rose: orbene, se la sente il Valli d'ammettere che anche il poema francese è un manuale ermetico della setta?»
      Se me la sento? Ma il Tonelli ignora dunque tutta la letteratura preesistente sul significato simbolico ed ermetico del Roman de la Rose? E come potrei essere così sciocco da ritenere che il Roman de la Rose sia realistico quando ho dimostrato, e credo abbastanza lucidamente, l'essenza e la tesi settaria del Fiore che lo riassume?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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