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      E davvero la loro ribellione contro la Chiesa stava tutta nei sonetti? Doveva essere ben distratto il Vicinelli quando gli è sfuggita quella frase!
      Anche quest'obiezione è dunque non solo fuori del campo, ma assolutamente inconsistente e fondata sopra una ben strana amnesia dell'obiettante. Ma è proprio il carattere di combattenti fedeli per l'Impero e di nemici della Chiesa corrotta che hanno questi vagheggiatori della dama evanescente e il legame che esiste indiscutibilmente e che appare qua e là ma si rivela più chiaro nella Commedia tra il loro amore, la loro donna e la loro idea politica-religiosa, ciò che costituisce uno degl'indizi più forti per il sospetto che la donna e l'idea fossero appunto una cosa sola!
      Le parole polisense. Vicinelli solleva un'obiezione contro il mio metodo. Ho detto che le parole del gergo rivelano il loro significato vero specialmente nei casi dove il senso è oscuro ma che i poeti non si sono per nulla vietato l'uso di esse nel significato comune. Egli si affretta ad affermare che questa «è una scappatoia e che il metodo sarebbe veramente matematico e conclusivo solo se si potesse dire: o tutto o niente». La pretesa del Vicinelli è nettamente assurda. I «Fedeli d'Amore» davano convenzionalmente un altro significato proprio alle parole più in uso in tutta la lirica: Amore, donna, vita, morte, donne, piangere, freddo e come avrebbero potuto stabilire d'escludere sempre queste parole nel loro significato vero? E perché avrebbero dovuto farlo? Erano forse tanto sciocchi da non capire quando la parola correva nel suo significato ordinario?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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