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      Ora il Vicinelli che nega la possibilità di tali molteplici sensi in un gergo artefatto (nel quale erano particolarmente utili), pare non voglia vedere che i molteplici sensi delle parole si hanno anche nel linguaggio ordinario, dove per esempio la parola Chiesa (per restare nello stesso campo) ne ha tre:
      1. Unione spirituale dei fedeli.
      2. Gerarchia regolante le religioni.
      3. Edificio materiale dove si esercita il culto.
      E perché il nome di «donna» non avrebbe potuto significare convenzionalmente nel gergo tanto la Sapienza santa, quanto, per traslato, il gruppo (totale o parziale) che la coltivava? E che c'è di strano che in rapporto a questi due significati della donna la «morte della donna» assumesse due significati completamente diversi? Ripeto che i «Fedeli d'Amore», che erano capaci, come scrive Dante, «d'intender ciò che è posto loro in mano», non erano così sciocchi da non ricostruire il pensiero segreto secondo la logica dell'uno o dell'altro senso e che la duplicità del significato era proprio una delle forze del gergo nella sua difesa dai profani.
      Che poi la morte di Beatrice (che è indiscutibilmente da avvicinarsi al senso mistico tradizionale che ha la morte della sua compagna Rachele) non possa essere presa anche, quando al poeta fa comodo, nel senso di abbandono della terra da parte della Sapienza santa, può essere affermato soltanto da chi non voglia ricordarsi del canto XXX del Purgatorio, dove questo significato è palese anche ai ciechi e che risponde nettamente al fatto che Dante nella Vita Nuova scrive ai «Prìncipi della terra» un'epistola per annunziare che Beatrice ha abbandonato il mondo.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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