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      Guido vorrei che tu e Lapo ed io...
      E fa benissimo. Se vuole cercare dei versi chiari e che abbiano un senso limpido e una grazia d'espressione non turbata da stiracchiature, da oscurità, fa benissimo. E si ricanti anche «Tanto gentile e tanto onesta pare» e poi si ricanti anche altri pochi, pochissimi sonetti di questo genere e poi e poi... ricominci. Badi bene, se non vuole aver dispiaceri, di tenersi al gruppettino delle antologie scelto tra molte centinaia di canzoni e di sonetti proprio perché presenta un senso letterale tollerabile. Badi di non uscirne. Badi di non leggere «Perché voi state forse ancor pensivo», perché la pena gli si rinnovellerebbe molto acerba e non capirebbe nulla. Badi di non leggere quella grossa sciocchezza che è (nel senso letterale) la canzone contro la Morte di Cino, che però diventa meravigliosa appena alla parola «Morte» si sostituisca quella di «Chiesa corrotta». Badi di non leggere la poesia d'Arrigo Baldonasco contro quel potente (Federico II) che va «rallegrando col suo canto» la gente a cui fece «mal patire» e contro il quale starà la «Fenice», poesia il cui carattere settario può essere tanto poco negato... che tutti i miei critici si sono ben guardati dal nominarla! Badi di non leggere le altre centinaia e centinaia di poesie stiracchiate, pesanti, oscure e simboliche, badi di non rileggere il Fiore, di non rileggere L'Acerba e soprattutto I Documenti d'Amore di Francesco da Barberino! Ma questi il Vicinelli li ha appena nominati ed è passato oltre perché appaiono a prima vista a chiunque un libro confessatamente iniziatico, evidentemente scritto per iniziati dei primi gradi, dove si parla dei «saggi e coverti» che, soli, intendono certe poesie e si parla di coloro che seguono una misteriosa «vedova che non era vedova» della quale non è lecito all'uomo descrivere il viso, che lotta contro i malvagi, che rischiara la via ai suoi fedeli, ecc.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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