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      E perché io dovrei perdere tempo a ridiscutere le moltissime interpretazioni che si contraddicono le une con le altre e che si affannano intorno a questo o a quel punto determinato, in quest'enorme mare di contraddizioni e di assurdità, quando la sostituzione delle parole del gergo mi dà una soluzione univoca per tutte e coerente a tutto lo spirito del tempo? È proprio questa possibilità di spiegare le infinite assurdità del senso letterale per mezzo di un piccolo gruppo di parole del gergo quella che dà valore probativo alla nostra spiegazione.
      Il Sapegno presentando i fatti a suo modo, afferma: «Assai raramente il Valli può offrire esempi di poesie il cui intendimento sia davvero difficilissimo o addirittura disperato».
      Potrei capovolgere l'espressione dicendo che per quanto la tradizione della scuola si arrabatti da secoli a sanare le infinite contraddizioni, le assurdità di questa poesia e soprattutto gli sforzi di non vedere e di non sentire le melensaggini fredde e convenzionali che essa contiene, un residuo di poesie che hanno resistito a ogni tentativo di spiegazione sussiste innegabilmcnte per quanto il Sapegno affermi che siano poche (si scorda per esempio de I Documenti d'Amore!) e siano invece moltissime.
      Ora l'importante è che le poesie insanabilmente assurde, anche se fossero poche non sarebbero cancellate, ai fini della dimostrazione mia, dall'esistenza di altre e più numerose poesie spiegabili, perché quelle che hanno un senso letterale abbastanza chiaro e coerente, possono avere perfettamente anche il senso profondo, mentre quelle inesplicabili annullano completamente la pretesa spiegazione generale data dalla tradizione scolastica.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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