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      Riguardo alla prima domanda dirò che la frase «Questa antica montagna degli orsi» non l'ho spiegata semplicemente perché non è in gergo. Se qualcuno scrivesse: «Sono arrivato in questa boscaglia da lupi» il Sapegno domanderebbe la spiegazione? E così pure il raggio vivo è una qualsiasi illuminazione o notizia che ha rivelato al poeta degli avversari (follia) dove probabilmente non li aspettava.
      E quando al mistero del perché il «rio» debba essere bevuto «a sorsi», visto che il Sapegno vuol conoscere anche questo, glielo rivelerò. Si deve bere a sorsi semplicemente... per fare rima con «corsi» e con «orsi»! E non faccia il viso scandalizzato di chi difende la sacra poesia da simili accuse, perché se egli osasse affermare che questa è poesia, io dovrei negare in lui ogni possibilità di intendere mai che cosa la poesia possa essere.
      Pertanto invece di confessare l'incapacità mia a intendere questo sonetto in gergo, riconfermo che io lo capisco perfettamente e se il Sapegno non lo vuol capire è affar suo.
      Ugualmente egli afferma che il sonetto di Cecco d'Ascoli: «Tu vien da lungi con rima balbatica» diretto a Dante è oscuro, ma che io non lo chiarisco. Lo chiarisce abbastanza tutto il mio libro dal quale risulta la duplicità d'aspetto nell'opera dei «Fedeli d'Amore», duplicità che il sonetto riafferma in modo evidentissimo.
      Se stai fra gente ch'è sempre lunatica
      . . . . . . . . . . . . . . . .
      va come ti convien diritto e clodico
      . . . . . . . . . . . . . . . .


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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