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      Barberino ha parteggiato e combattuto anche lui per Arrigo VII, ma quel che più importa, le stesse parole che tornano misteriosamente nell'uno: Rosa, Pietra, Morte, ecc. tornano con la stessa significazione nell'altro e se l'uno, Dante, canta il suo amore-odio contro la Pietra che è la Chiesa santa e corrotta, egli spiega:
      Caro impetra amor di petrachi so petra, Petre, impetra.
      E se l'uno canta il suo amore di fanciullo per una fanciulla coetanea nella Vita Nuova, l'altro disegna questo fanciullo di fronte alla fanciulla che gli mostra il bocciolo di Rosa, rinati l'uno e l'altro dal morto e dalla morta nell'iniziazione. E se l'uno, Dante, descrive (e nessuno ha mai capito bene perché) amore coperto di vili drappi nell'atto in cui deve insegnargli a simulare (Vita Nuova, IX), il Barberino spiega:
      Bel tappeto alcun celonemise fuor li drappi rotti
      ovra è questa d'uomin doctise nel tempo e luogo non è.
      Di là, in Francesco da Barberino si dovrà riconoscere ormai da chiunque che c'è l'uso di un gergo e allora i miei contraddittori lavorano alacremente per innalzare una paratia stagna tra lui e il dolce stil novo perché nello stil novo non ci deve essere il gergo. Ma a che serve se avete già dovuto riconoscere che il gergo c'è nelle poesie di Cino da Pistoia? Per quanti cavilli abbiate fatto avete dovuto riconoscere che talora c'è il gergo e vi abbiamo mostrato (anche se avete chiuso gli occhi), che il gergo era lo stesso! Tempo perso innalzare tutte queste paratie stagne tra gli scritti didascalici che contengono un linguaggio convenzionale e Dante, quando questi in un suo scritto didascalico, il Convivio, confessa il carattere convenzionale di alcune sue espressioni che riguardano l'amore, lo confessa lì perché lì l'aspetto della Sapienza è filosofico razionalista e si può rivelare; non lo confessa nella Vita Nuova, dove la donna è la sapienza mistico-iniziatica amata a dispetto della Chiesa corrotta e dove quindi il gergo non si può rivelare!


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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