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      È davvero interessante che tutti quelli che hanno creato o approvano la nostra interpretazione abbiano avuto per la poesia, un grande culto o siano addirittura poeti, e che siano invece gli anatomizzatori di poesia a darsi l'aria di difenderla contro la barbarie erudita che viceversa sarebbe sostenuta dai poeti! I distruttori della poesia sarebbero Gabriele Rossetti che si può dire, visse per la poesia, e Giovanni Pascoli, che appunto perché poeta sentì il carattere mistico della Vita Nuova, e riconobbe il simbolismo segreto di Dante. Quelli che confessano d'aver sempre sentito il falso in una gran parte della poesia d'amore del Trecento son persone che hanno con la poesia molta familiarità. Ora chi riconosce che il mio libro non distrugge nient'affatto la poesia dove c'è, è un altro poeta. F. M. Martini scrive:
      «È dunque tutto un sottosuolo della nostra storia letteraria che, grazie a Luigi Valli, ritorna alla luce. Con qualche pericolo per la poesia onde erano circonfuse le donne angelicate che sorrisero alla nostra giovinezza dalle pagine d'un libro? Tutt'altro: lo studioso ha ancora una volta servito mirabilmente la poesia. Infatti, mentre per il segreto svelato non scapiteranno minimamente le liriche compiutamente belle, e noi potremo pur sempre dissetarci di canto ripetendo fra noi "Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io..." o "Tanto gentile e tanto onesta pare..." saranno finalmente giustificate certe asprezze davvero antipoetiche delle poesie più oscure che ci angosciarono (chi non se ne ricorda?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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