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      Ad alcune obiezioni dell'Egidi contro l'esistenza di una setta vera e propria (Le cose dette non erano pericolose - Della Intelligenza attiva si parlava trasparentemente - Come mai la Chiesa non se ne accorse? ecc.) ho già diffusamente risposto a proposito dei miei contraddittori. L'Egidi riconosce da sé che esse non hanno una grande consistenza. In compenso egli non solo ammette il carattere mistico della donna, ma mi fornisce altri argomenti preziosi per la mia tesi, come quello che il Barberino dedica il suo libro Reggimento e costume delle donne a una «ignota e misteriosissima madonna piena di dottrina», mentre nel libro stesso dice che le fanciulle anche di nobili natali come una figlia di Marchese, Duca o Conte non devono imparare a leggere e a scrivere.
      Molto importante è per me la sua ipotesi, che mi auguro venga seriamente studiata, che la cavalleria godente nella quale si ritirò Guittone sia essa pure un movimento mistico, ma perfettamente in antitesi con quello dei «Fedeli d'Amore», la quale ipotesi naturalmente riconferma l'esistenza del carattere iniziatico del movimento dei «Fedeli d'Amore».
      Tra gli altri argomenti molto importanti che l'Egidi propone in quel vasto campo di lavoro che egli riconosce aperto dal mio libro, uno ha per me particolarissima importanza. Egli dice: «E c'è intorno alla lirica nostra più antica, tutto da vedere e da rifare, a partire persino da un nuovo studio della formazione delle sillogi delle liriche stesse nei vari codici».
      Il significato della constatazione dell'esimio filologo sta per me in questo.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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