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      La materia amorosa (cioè i ricordi, le impressioni, le parole dell'amore) costituivano, diremmo noi, il materiale al quale l'idea iniziatica dava forma, col quale cioè costruiva la vera poesia.
      Ora io non ho mai negato (vd. p. 504 e sg.) che questa gente sia stata innamorata, il che vuol dire che la materia amorosa l'abbia tratta da esperienza diretta e personale oltre che da ricordi letterari e da imitazione di altri. Ma quando era esperienza personale e quando ricordo letterario e imitazione? Difficile dirlo ed è cosa da sentire caso per caso. È certo che Dante nel suo sonetto «Guido vorrei» esprimeva un'idea segreta (come dimostrano la risposta di Guido e il momento in cui i sonetti sono scambiati), ma è ugualmente certo che l'idea gli è venuta da un vero sospiro che deve aver fatto un giorno sognando una passeggiata in barca con amici e donne gentili, come, per quanto abbia adombrato il saluto rituale (cantato dagli altri poeti del dolce stil novo e da essi soli) nel sonetto «Tanto gentile»; il sonetto è nato, come io ho già scritto, da un'impressione vera d'adorazione per una bella donna che passava per via tra l'ammirazione commossa di tutti.
      Non escludo dunque la presenza di donne vere e non escludo che in qualche caso si sia avuto lo spunto da ispirazioni realistiche immediate, impressioni d'amore che poi la convenzione mistica o il pensiero segreto informò di sé. Ma non solo l'ispirazione diretta subì l'elaborazione del pensiero convenzionale, ma per la maggior parte dei casi la presenza di quest'ispirazione diretta non appare minimamente, e l'evidente convenzionalismo testimonia che si elaboravano elementi letterari.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





Dante Guido