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      Ma nel primo «rebis» c'è un particolare interessantissimo che lo ricollega anche più strettamente alla figura composta da Francesco da Barberino. Si guardi bene lo strano disegno che esso ha alla sua destra. Sono sei coppie di facce simmetricamente innestate sopra una specie di ramo che termina con una faccia unica e centrale. Che cos'è? Sono semplicemente (ridotte in forma schematica) le sei coppie di personaggi rappresentanti gradi o momenti iniziatici che terminano in un personaggio unico e che si vedono disegnati e commentati nella figura del Tractatus amoris di Francesco da Barberino riprodotta a p. 619.
     
      Fig. I. - Dal «Rosarium Plailosophorum».
      FIG. 2. - Il Rebis di Basilio Valentino.
      Quello stranissimo ramo rappresenta appunto la genesi iniziatica della figura a due teste, proprio come nel libro del Barberino, soltanto che nel libro dei «Fedeli d'Amore» le figure che rappresentano i momenti iniziatici sono disegnate e sviluppate con strani nomi; nel «Rebis» sono ridotte a segno schematico(647).
      Dal confronto di queste figure risulta anche:
      1. Che i «Fedeli d'Amore» usavano figure iniziatiche perfettamente simili a quelle che furono usate da gruppi che erano indiscutibilmente delle sette;
      2. Che quando Cecco d'Ascoli dice della sua donna (che è l'Intelligenza attiva o Sapienza) «onde io son ella», esprime in parole la stessa idea, la stessa trionfante fusione dell'uomo col raggio dell'Intelligenza attiva a lui diretto, che la figura barberiniana esprime in disegno, idea perfettamente analoga a quella che certamente più tardi (ma forse anche allora) si esprimeva in simboli iniziatici in altre sette segrete;


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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