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      Tutte e sette son necessarie per giungere al «sommo smalto» dell'innocenza, cioè al Paradiso Terrestre (vd. Il segreto della Croce e dell'Aquila, Ediz. cit.).
      Pertanto è pensiero fondamentale di Dante che al mondo, governato dalla Chiesa sola e non dall'Impero, manchino le quattro virtù della vita attiva che devono ricongiungersi alle tre della vita contemplativa. Questa è la sua «Dottrina d'Amore» e infatti, anche nella canzone «Tre donne», è Amore che annuncia che sono due i dardi che egli volle e che sono turbati per non usare ma che «tornerà gente / che questo dardo farà star lucente», cioè che tornerà l'Impero a ristabilire l'ordine insieme alla Chiesa.
      Nella figura i cerchi meridiani sono tre; appaiono sei perché visti una volta al concavo e una al convesso. I cerchi paralleli sono quattro. Il loro ricollegarsi è appunto il ricollegarsi delle tre virtù teologali (quelle della Croce) con le quattro cardinali (quelle dell'Aquila), operato appunto intorno alla dottrina d'amore che è rappresentata nel cuore che sta in mezzo. Il cerchio obliquo che è, si noti bene, avvolgente ed esterno e che sembrerebbe l'eclittica, è precisamente il segno dello stretto legame, del ricollegamento, che fa la dottrina d'Amore delle quattro virtù dell'Aquila con le tre della Croce, delle quattro della vita attiva con le tre della contemplativa, stringendole in una perfetta armonia.
      Due particolari strani e facilmente spiegabili. Perché uno dei quattro cerchi paralleli è spostato in basso? Semplicemente per lasciar vedere il cuore che sta nel mezzo del sistema.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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