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      (623) Guardate che caso! Cipro era allora la sede dei Templari nei quali Dante ritrovò la sua dottrina. Ma questo il Rossetti non lo vide.
      (624) Egloga VIII, vv. 116 sgg. E pensare che questa Lupisca con tutto il suo strano contorno, si crede che designi qualche personaggio della Corte di Napoli, e che a pettegolezzi della Corte napoletana si riferiscano i sensi segreti di egloghe come questa!
      (625) Mi propongo di svolgere possibilmente in uno studio a parte l'interessantissimo tema: «Il contenuto segreto delle opere del Boccaccio».
      (626) Senili, libro I, 5.
      (627) Caratteristica di questo platonismo vero era di vagheggiare, secondo il Convito di Platone, nella donna l'eterna idea della bellezza, mentre il Medioevo neoplatonico aveva vagheggiato l'eterna idea della Sapienza. Il non aver visto questa differenza ha sviato coloro che hanno cercato le fonti platoniche del dolce stil novo e sono andati completamente fuori strada come il Vossler (Die Platonische Grundlage des «Stissen stil»)
     
      (628) Ritengo sufficienti per questa determinazione le prove viste dal Parodi e dal Mazzoni e debolissime le obiezioni presentate contro questa tesi.
      (629) Par., X, 136-138.
      (630) Dante, Op cit., p. 102
      (631) Cioè proprio a quella «gente grossa» dalla quale voleva che le sue poesie stessero sempre lontane.
      (632) Chi ha aggiunto al «Brunetto» del primo verso la qualifica di Betto Brunelleschi non ha pensato che era uno degli uomini della parte odiata da Dante, al quale questi non avrebbe mandato «pulzelletta» di nessun genere.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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