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      - Cerca il lavoro e la tua convenienza, - mi disse. - Fra due settimane io comincerò la pesca, e se vorrai pescheremo e venderemo assieme dividendoci l'introito. - Accettai. Tanto per non perdere tempo, l'indomani all'alba ero sulla via in cerca di lavoro.
      - Hai lavoro per me? - chiesi ad un foreman.
      - No, non ho lavoro neppure per i vecchi operai. - Vedendo l'impalcatura per il concrete gli chiesi quando incominciava a farlo. - Dimmi quando arriverà il cemento, che io ti dirò quando incominceremo.
      - Crepi l'avarizia, - dicevo a me stesso, rincasando. - Ho lavorato tutto l'inverno, presto incomincerò la pesca, ebbene voglio svagarmi un poco in questo margine di tempo.
      Poco dopo ricevetti una lettera dell'amico e compagno Sacco. Mi invitava ad andarlo a trovare presto, perché, essendogli morta la madre intendeva tornare in Italia.
      Recatomi a Boston, la domenica del due maggio, il lunedí seguente andai a trovare Sacco. Il 5 maggio fui arrestato, mentre insieme a Sacco si ritornava da Brockton.
      Dopo undici giorni di processo, fui dichiarato colpevole. Il 16 agosto venivo condannato a quindici anni di galera per un delitto che non avevo commesso.
      Frequentai le scuole dai sei ai tredici anni d'età. Amavo lo studio con passione vera. Nei tre anni passati a Cavour, ebbi la fortuna di avvicinare qualche persona dotta. Leggevo tutti i giornali che mi capitavano fra le mani. Il mio principale era abbonato ad un ebdomadario cattolico di Genova. Ero allora cattolico fervente.
      A Torino non frequentai che compagni di lavoro, giovani di bottega ed operai.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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