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      Allo studio però aggiunsi una spietata continua inesorabile osservazione sugli uomini, sugli animali, le piante, su tutto ciò che - in una parola - circonda l'uomo. Il libro della vita: questo è il libro dei libri! Tutti gli altri non hanno per scopo che insegnare a leggere questo. Libri onesti, s'intende, ché i disonesti hanno opposto fine.
      La meditazione di questo gran libro determinò le mie azioni ed i miei princípi; sprezzai il motto «Ognuno per sé e Dio per tutti», mi schierai dalla parte dei deboli, dei poveri, degli oppressi, dei semplici e dei perseguitati, compresi che in nome di Dio, della Legge, della Patria, della Libertà, delle piú pure astrazioni della mente, dei piú alti ideali umani, si perpetrano e si continueranno a perpetrare i piú feroci delitti, fino al giorno che, acquistata la luce, non sarà piú possibile ai pochi di far commettere il male, in nome del bene, ai piú.
      Compresi che non impunemente l'uomo calpesta le inedite leggi né può violare i vincoli che lo legano all'universo. Compresi che i monti, i mari, i fiumi chiamati confini naturali, si sono formati antecedentemente all'uomo, per un complesso di processi fisici e chimici, e non per dividere i popoli.
      Ebbi fede nella fratellanza, nell'amore universale. Ritenni che chi benefica o danneggia un uomo, benefica o danneggia la specie. Cercai la mia libertà nella libertà di tutti, la mia felicità nella felicità di tutti.
      Compresi che l'eguaglianza di fatto, nelle necessità umane, di diritti e di doveri, è l'unica base morale su cui può reggere l'umano consorzio.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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