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      Ho pure goduto sempre ottima salute. Qui vi e pure una libreria aperta ai lavoratori che lavorano in una grande fabbrica di corde che impiega circa 3.000 persone e nella quale io lavoro attualmente. In detta libreria vi sono parecchi giornali in lingua italiana che escono in America: vi è pure il Secolo di Milano.
      Insomma il posto mi piace, non solo, ma il suo clima mi è molto adatto.
      D'estate divido la mia vita col lavoro, col mare e col bosco. D'inverno corro di meno e studio di piú. Cosí scorrono i miei giorni gravidi di pensiero, sereni alla coscienza, buoni per la salute.
      Sicché la mia vita, benché un po' vuota, non è grama.
      Ho smesso di bere vino, birra e qualsiasi bevanda alcoolica. Ho qualche amico e nessun nemico. Ecco in breve l'esposizione del viver mio.
      L'America è travagliata da una grande crisi. C'è una disoccupazione terribile, che va aumentando giorno per giorno. La gente teme per l'avvenire. Mi domandi se mi piace tanto l'America dato che non parlo di ritornare. Ecco tutto. Dato il mio carattere, il mio modo di pensare, l'amore per la libertà, la forza fisica per cui non pavento durezza di fatica, mi rendono questo paese gradito. D'altra parte se la nostalgia della famiglia, di voi tutti, degli amici, del cielo natio, mi corruscano sovente la fronte e mi serrano il cuore, il pensiero di sapermi per le mie idee cosí diverso da voi, da mio padre, dall'opinione del mio paese natio, mi frena nel desiderio del ritorno. La fortuna non mi ha ancora arriso, come non arride e non arriderà mai ai figli di Caino, che hanno cuore in petto e al lavoro solo chiedono i mezzi per l'esistenza.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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