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      Se sto lontano non è perché non ti voglia bene. Finora la sorte o meglio il mio modo di agire non mi hanno ancora permesso di accumulare un gruzzolo sufficiente per fare una capatina in patria. E poi il mio modo di vivere, le mie idee, sono l'opposto di ciò che mi toccherebbe di fare in Italia.
      Di accasarmi non ho nessuna intenzione. Cosa dovrei fare a Villa? E col babbo come si andrebbe? Come sfogherei la mia mania di fare, di agire, di camminare? E se fossi costretto un'altra volta a riprendere la via del mondo, non sarebbe per voi e per me un dolore piú grave? Ecco ciò che sopra tutto mi tiene ancora qui.
      Il babbo mi disse (nella sua ultima) di ricordarmi che lui è vecchio, e Ettore è giovane. Riconosco che potrei essere utile a casa, ma penso d'altronde: non manca né fuoco né loco, perciò la necessità mia per la casa è secondaria. È piuttosto la vostra condizione morale che mi preoccupa. Come vai col babbo? E i piccini sono buoni? Tu sei contenta e tranquilla? Ami forse qualcuno? E il babbo in che condizioni di salute si trova? È triste o allegro? Ecco quello su cui desidero di essere informato da te, con chiarezza e sincerità. E coi parenti come ti trovi?
      Informami del vostro stato di salute e del loro.
      Accetta di cuore questo piccolo dono.
      Come già dissi al babbo dico a te: sta' tranquilla sul conto mio. Materialmente sto bene, e moralmente sono abbastanza forte da superare i dolori della vita.
      Sii buona e virtuosa e ricordati sempre del tuo fratelloBartolomeo
      PS. Se non capitano rovesci, chissà che in un tempo non lontano ci sia dato di rivederci.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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