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      Lavoro e sto benissimo. E tu come stai? Come sta Luigina, i piccini, i parenti? Sicché l'orizzonte politico d'Italia è fosco, il tempo brontola e l'uragano denso di folgori è prossimo. È vero? Che risultato, eh? la bella, la grande guerra, ha dato.
      Altro non mi resta. Mandami nuove di tutti e di tutto.
      Tanti baci a te, alle sorelle e a Ettorino. Affettuosissimi saluti a tutti. Tuo figlioBartolomeo
     
      Caro babbo,
      prendo l'occasione della risposta a Luigina per farti avere mie notizie. Qui si lavora festa e giorno di lavoro. Ora che la guerra pare terminata si vive con meno fastidi, per certe cose; ma la vita si fa sempre piú difficile. Non per i giovani però, ma per quelli che hanno famiglia. Il prezzo di ogni cosa continua a salire allegramente.
      Ora si lavora come in tempo di guerra; però non posso credere che continui cosí. Io intanto mi son fatto il gruzzolo per il ritorno, lo tengo pronto per ogni evento. Devi sapere che di qui non si può partire per l'Italia; non danno il permesso. Meno male che 2.000.000 di italiani si sacrificarono per la guerra della libertà! Non so cosa ne sarebbe stato di noi in caso contrario.
      Ti ringrazio di quello che mi hai fatto dire da Luigina circa la Cassa pensione ecc. Sappi però che io sono in grado di disimpegnarmi; perciò ti prego di non sacrificarti per me e se, come credo, i soldi sono finiti fammelo sapere.
      Godo ottima salute e il lavoro l'ho discreto.
      Pregovi perciò di fare come me: state di buon animo e cercate di mantenervi in buona salute. La sola speranza che cosí siate, mi è di grande conforto.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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