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      Parte per ignoranza, e parte per disonestà, le genti sopportano, credono e giustificano la giustizia costituita. E chi ha la disgrazia di capitarle fra le grinfie deve pagare lo scotto per tutti quanti.
      Quindi non v'è da meravigliarsi né da disperare. Come ho detto tante volte se siamo ancora vivi lo dobbiamo al proletariato e a un pugno di cuori liberi e magnanimi. Né l'uno né gli altri ci hanno abbandonati, anzi...
      Oltre a ciò la difesa è riuscita ad ottenere importanti prove in nostro favore, per cui, tutto sommato, e ad onta di ogni avversità, io confido di essere liberato in questo anno.
      Vi raccomando di saper superare l'angoscia e le ansie, sia per l'esito finale di questo processo, sia per gli involontari quanto inevitabili silenzi da parte mia.
      Io so sopportare e resistere. Quando vi dico di star bene, vi dico la verità. E poi, il prendersela non leva un ragno dal buco.
      So che voi avete fatto tutto quanto vi fu possibile in mio favore. La tua sfiducia nel presente, è la fiducia nel male, in mio riguardo. Ma non fa niente, coraggio sempre, e abbiatevi cura che cosí ci potremo rivedere in un giorno che spero non lontano e gioire della nostra buona salute.
      Baci a tutti.
      Bartolomeo
     
      Charlestown, Mass., 15 marzo 1923
      Carissima Luigia,
      otto giorni fa fui alla Corte di Dedham per assistere alla richiesta della revisione del nostro processo. Non si concluse nulla, perché la difesa chiese il rinvio dell'udienza a oggi. Questa mattina venni ricondotto in Corte.
      Prima di ricevere questa (se non attualmente) ti sarà noto che Sacco è ricorso, fin dal 16 febbraio, allo sciopero della fame, ed è irremovibile nella sua decisione: essere liberato o vivo o morto.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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