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      Accusati di furto e di omicidio, vennero trovati colpevoli e condannati, l'uno a vita, l'altro a morte. Nel loro caso la politica non ci entrava, ma avevano contro di essi una delle piú potenti compagnie commerciali degli Stati Uniti, reame assoluto del dollaro. Questo avvenne sei anni fa. Ebbene, la sentenza contro di essi non fu mai pronunciata, ed ora dopo tutta una babele di pratiche legali, le due vittime, ritenute innocenti dal popolo, saranno ridate alla libertà entro quest'anno, o, nella ipotesi peggiore, l'anno venturo.
      Orbene, anch'io sono innocente, ed ho in mia difesa molti buoni. Gli eventi politici, tanto qui come in Italia, volgono in nostro favore. Perché dunque dovremmo scoraggiarci? Perché dovremmo essere deboli e cedere all'affanno e al dolore inutili, mentre e ragioni ed eventi militano in nostro favore?
      No, non sia mai. Io sto bene, sono forte, voglio vincere. State di buon animo. Imitate tutti il mio esempio, datemi, cosí, il supremo conforto di sapervi bravi, forti, e in buona salute. Coraggio e fede.
      Intanto, io cercherò di procurarmi quanto piú sole ed aria mi sarà possibile. E cercherò pure di tesoreggiare il tempo perché voglio uscire piú forte e piú temprato che mai alle lotte della vita e per il mio grande sogno. Perciò non credere, nel futuro, a tutto quanto delle possibili mie nuove parranno di significare.
      La lotta in nostro favore si intensifica e si allarga.
      E qui fo punto, perché ho altre urgenti lettere da scrivere.
      Abbiti i piú affettuosi saluti e baci.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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