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      Non vi ho scritto subito perché volli essere in grado di dirvi qualche cosa sulla continuazione della difesa. Purtroppo l'opportunità di vittoria diminuisce col rifiuto della Corte dello Stato, che è quella che avrebbe dovuto riparare il torto.
      Il signor Thompson ha diverse mozioni da presentare alla Corte superiore, cioè al giudice Thayer, una richiesta di re-udienza alla Corte statale, e un appello alla Corte suprema federale. Egli è profondamente addolorato e indignato dalla viltà del rifiuto; e ha per me una grande simpatia. Certo che egli farà quant'è in lui per difenderci. Ma io non spero piú in nulla. La condotta delle autorità di questo Stato dimostra chiaramente che esse rifiutano deliberatamente di considerare qualsiasi ragione, evidenza o prova, perché sono determinate di tenerci ad ogni costo.
      Il che non vuol dire che tutto sia perduto. Oh no, questo no! Mi dicono che la popolazione è indignatissima contro la decisione. I nostri compagni e amici non ci abbandoneranno mai e poi mai.
      Sono stati zitti perché cosí volle l'avvocato ed essi si credevano sicuri della vittoria. Ma ora sono tutti all'opera. Oggi vi sono comizi in molte città degli Stati Uniti; tutti sono indignati e risoluti.
      Il proletariato mondiale è con noi. Certo, la reazione trionfa nel mondo e non possono fare molto. Se non fosse per questo, noi saremmo già liberi.
      Ho la ferma convinzione che qualunque altro uomo o partito fosse al potere in Italia, noi avremmo ottenuto giustizia.
      Mi dispiace che Sacco, terribilmente disgustato, vorrebbe che si cessasse immediatamente ogni difesa legale.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





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