Pagina (199/234)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La lettera insisteva che il comitato aveva appunto proposto una commissione per alleviare l'immenso compito al governatore, ma che con o senza commissione, gli interrogatori dovevano aver luogo in presenza delle parti e resi pubblici. Gli scriventi si dicevano costretti alla lettera dalle loro responsabilità verso gli accusati e verso migliaia di persone che da ogni parte del mondo chiedevano notizie sulla causa.
      Il governatore rispose che lui non può trasferire ad altri la sua prerogativa discrezionale (potere esecutivo discrezionale conferitogli dalla costituzione dello Stato) e che è giusto, perciò, che egli faccia le cose nel modo da lui opinato piú adatto.
      Il comitato gli rispose, e rese pubblica la risposta, dicendo che nessuno di noi, né il comitato, né la difesa, né gli accusati, né i milioni di persone che chiesero la nomina di una commissione per una pubblica revisione del caso, non si era mai sognato di chiedere al governatore di spogliarsi del suo potere investendo dei terzi a decidere per lui; i terzi, che devono essere di sua fiducia, esperti e ottimi cittadini, furono suggeriti solo per aiutarlo ad appurare i fatti sui quali egli deve basare la sua decisione. Siccome la risposta del governatore diceva che lui avrebbe accordato loro una intervista, quei del comitato risposero essere inutile poiché non sarebbero stati presi in considerazione i loro desiderata.
      Decisamente il governatore sapeva di aver torto.
      Nel contempo, continuarono a fioccare da ogni parte nuove petizioni chiedenti il nostro rilascio o una completa e pubblica investigazione del caso da una competente commissione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





Stato