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      Ho sempre creduto in anticipo che tutti i ricorsi sarebbero stati respinti salvo il caso che le forze della libertà avessero preso sopravvento su quelle delle autorità. Non lo presero e le altre ci rifiutarono ogni cosa. Ci sentenziarono ad essere suppliziati entro la settimana che comincerà col 10 del prossimo luglio. Non ci rimaneva che di ricorrere, senza speranze, al governatore; e ricorsi con una petizione che non ha l'eguale nella storia del mondo. Il governatore promise di studiare il caso ed incominciò a farlo. Ma da solo, assistito dal suo consulente legale e dal Procuratore generale dello Stato che io credo un nostro nemico. In questo modo egli studiava i verbali della causa e gli altri documenti; interrogò tutti i testi di accusa e otto degli undici viventi giurati. Puoi capire quanto io fossi preoccupato da questo suo modo di procedere. I testi di accusa sono donne di mala fama, criminali, deficienti, e sbirri, costretti o corrotti e coadiuvati dalla polizia statale tanto ligia ai veri criminali e tanto ostile a noi.
      I giurati poi, sono di quella classe di persone che piú ci odiano e temono e, inoltre, hanno paura che noi si esca.
      Cosicché è facile comprendere che costoro avrebbero fatto tutto quanto possono per influenzare il governatore contro di noi ed essi venivano interrogati senza la presenza del signor Thompson. Dai giornali stessi appariva che essi si comportavano infamemente: lessi che due dei giurati si dichiararono, col governatore, convinti dell'equità del loro verdetto e gli richiesero la nostra esecuzione (su ciò forse scriverò pubblicamente), e una testimone declinò l'invito di dare il suo nome ai giornalisti, dicendo di aver paura a farlo, perché dal processo in qua i nostri amici hanno sempre tentato di ucciderla - una menzogna troppo evidente per non fare schifo.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234

   





Procuratore Stato Thompson