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      28 luglio 1927
      Carissimi,
      vi assicuro che il digiuno non mi arreca dolori fisici - tranne debolezza.
      Ieri ho visto l'avvocato e un compagno, e dettai a una stenografa una lettera sul caso al governatore.
      Mr. Thompson, i compagni, gli amici tutti lavorano giorno e notte, febbrilmente, intensamente, per salvarci.
      Ho parlato due volte al governatore, per un'ora e mezza ciascuna volta. Mi è parso molto migliore di come lo avevo immaginato; un uomo sincero, onesto e bene intenzionato secondo il suo modo di vedere e pensare. Certo è che se lui ci crede colpevoli, è uomo da riconfermare la sentenza di morte. Io non posso comprendere come potrebbe ritenerci colpevoli con tutte le prove che abbiamo in nostro favore. Però la mia paura è che lui non creda ai nostri testimoni, che sono in gran parte italiani e che si lasci convincere dal fatto che i nostri due giurí sono tutt'ora convinti della nostra reità.
      Temo anche che non riesca a districare e comprendere dall'arruffata grande massa di verbali e altri documenti legali del caso, le viziosità, iniquizie, e ostilità del giudice e del prosecutore contro di noi.
      Ad ogni modo sembra che le cose vadano prendendo migliore piega e avvocati e amici nostri sono molto piú incuorati e confidenti in questi ultimi giorni che nel passato. Il governatore ha detto che io gli ho fatto buona impressione e gli piaccio assai.
      Mi dicono che lui e la commissione annunceranno la loro decisione sabato prossimo e voi l'apprenderete prima di ricevere questa mia.
      Ad ogni modo, state calmi e fatevi coraggio.


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Non piangete la mia morte
Lettere ai familiari
di Bartolomeo Vanzetti
pagine 234