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      E, per dirvi, ritrovandomi in Roma, dove si fece scommessa fra due nostri cortigiani di Farnese(30) della medesima disputa, in me tal cosa rimessono; chč per rimanere pių impacciato che non sono adesso nello scrivervi questa, andai a trovare il divino Michelagnolo, il quale, per essere in tutte due queste arti peritissimo, mi dicesse l'animo suo. Ei ghignando mi rispose cosė: La scultura e pittura hanno un fine medesimo, difficilmente operato da una parte e dall'altra; nč altro potei trarne da esso. Ora avendomi voi messo in questa fagiolata, che sono di tal cosa digiuno, se non fosse il pericolo che, non facendo questo, incorrerei nella disgrazia vostra, la quale stimo pių che se io goffo appresso delle vostre virtų sarō tenuto, vi giuro che ero risoluto mandarvi un foglio bianco, che voi come spirto purgato e di scienza pieno, ed in ogni cosa divino, di questo la sentenza su vi scriveste, come di me e delli altri nostri artefici giudice migliore. Orsų, dachč volete che io rider vi faccia, dico questo per prova di quel che io sento operando in tal arte. Quello artefice, in che scienza si sia, o virtuoso, che pių perfettamente alla natura si accosta, quello essere pių vicino alla prima causa si comprende, e quegli che giovano a essa natura nel conservarla in ogni studio o scienza, cosė intellettuale, come manuale. E quelle pių perfette diciamo essere, come l'architettura pių della scultura e pittura, la quale, a giovamento e ornamento della natura, vediamo i suoi fini intendere.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' pių celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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