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      E per questo non sarebbe fuor di proposito star avvertito e andar di mano in mano seguitando quel che si fa. E, quanto al segreto, so bene, che avendosi certe cose a lavorare in sul luogo, non è possibile che un certo che non si sappia; nè anche è verisimile che non s'abbia a far qualcosa, e per conseguente non si veda e non se ne parli qual cosa; ma la particolarità bene si può tenere ascosta. E quel maestro che piglierà a fare un arco, saprà quello che egli arà fra mano, ma non già quello che farà un altro, se chi ha a governare saprà guidar la cosa in buon modo. Quando poi la cosa è allo scorrere, non importa che ei si sappia perchè allora non può nuocere. E tutto questo pigli V. E. in bene, non mi imputando a presunzione.
      E perchè io ho provato, e so ch'egli è più difficile che e' non pare, il condurre queste imprese; e che i pittori e scultori ordinariamente, o sia per propria o sia per natura dell'arte, prolungano e mandano in là le cose loro, e che ogni mese che e' promettono bisogna disegnarlo di due o di tre, è bene anticipare il più che si può; e forse la diretta sarebbe allogar quanto prima a pregio determinato ed a tempo fermo, pigliandolo anco più scarso per aver l'opere quando elle bisognano davvero: verbigrazia, dare un arco a uno con quella invenzione che si fusse resoluta, e con quelle misura e ordine e forma stabilita; e che al tal tempo fusse obbligato aver dato finito tante statue e tanti quadri di pittura con tante colonne, imbasamenti e corniciamenti, e tutte consegnare in luogo o a persona deputata, e non se ne stare a loro parole, come sogliono sempre dare, che al tempo saranno a ordine, ma esserne sicuro per questa via; che rizzarle poi, e metterle insieme si fa in pochi giorni.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422