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      Così vi prego a operare ch'io abbia i disegni o schizzi degli archi, che non mi curo che sieno fatti con tanta diligenza, che a me solo basta che vi sia la forma colle misure, perchè sono mille minuzie di imprese, armi, parole, ritratti, che vi vanno sopra delle quali cose, s'io non vedo per l'appunto come sta l'arco, non posso fermare la mia sostanza. Ecco, io avevo nell'animo mio fermare certe istorie per il Canto dei Carnesecchi, e mi trovo avere in quel luogo un quadretto di 3 braccia, onde mi bisogna variare il concetto e lasciare la storia. Così se avrò pensato di mettere una testa in un luogo, che vi venga un quadro di 8 o 10 braccia, mi bisognerà mutar proposito; e però non l'avendo, non posso dare l'ultima perfezione, che comincerò ora, e fermerò tutto. 10 giugno, 1565.
     
     
      LIX.
      D. Vincenzio Borghini a M. Giorgio Vasari.
     
      Il disegno mandatomi mi piace, e sta bene; solo mi occorre avvertire certe cose. Primieramente mi pare che i Mari vengano piccoli, non che io gli volessi certi gigantacci, ma pure vorrebbono essere più che il naturale; ed il numero delle braccia che io veggo nella pianta, mi fa pensare che e' non saranno molto grandi, ma forse non l'intendo bene. Essendo Mari, io non vorrei con vasi in mano, che è cosa di fiumi, ma che posassero in su mostri marini, e certi pesciacci strani, come orche, balene, vitelli, cavalli marini, e simili bestie, e qualche Ninfa gittasse vino per le mammelle, ovvero qualche pesce tenuto da un pattino; e parrebbe che l'acqua amarissima non solo fusse dolce, ma ancora suave.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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