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      Ancor vi prego che se, come incontra bene spesso, che nel leggere, vedere e considerare queste materie, si considera, ed avvertisce di molte cose che si erano passate, e si giudica che qui si poteva dire, quivi si poteva fare, la tal cosa si è lasciata (intendendo non di tutto quello che si potrebbe crescere che andrebbe multiplicando senza finir mai, ma di quello solo che mancasse alla perfezione o ornamento di quel concetto che precisamente si è fermo) occorrendo dunque vi prego, che voi vi degnate avvertirmi se nessuna cosa vi paresse da potersi migliorare ed abbellire, che questo medesimo faccio io molto di buon animo nelle cose degli amici, e considero che ognuno nelle sue composizioni ed invenzioni ha un certo velo in su gli occhi, che non gli lascia, o gli toglie la forza di veder più là di quello che ha fatto; e certo s'egli avesse veduto quel che mancava, non l'avrebbe lasciato. E questo può accadere, perchè non vi sia che dire più o meglio; cosa di quei pochi perfetti, quos aequus amavit Iupiter, o perchè l'arco dell'intelletto non arrivi tant'alto quanto bisognerebbe, fra' quali penso d'essere io. Voi vedete il desiderio mio, ed io conosco l'amorevolezza vostra: adunque posso sperare sicuramente di ottenere quel ch'io chieggio, e così mi prometto. 1565.
     
     
      LXIV.
      D. Vincenzio Borghini ad Alessandro Allori.(126)
     
      E' si dice: Chi non ha cervello, abbia gambe, come interviene ora a me che, perch'io non mi ricordai di dirvi quel ch'io voleva, bisogna ch'io torni a replicarvi di nuovo Con questa dove io mancai.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





Iupiter Vincenzio Borghini Alessandro Allori