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      La prego dunque a favorirmi di non fare pratica alcuna. Il suo quadro è di già abbozzato, ma è in tempo così premuroso di lavori promessi, che, fuori della persona sua, non vi potria metter mano, e questo ch'io dico, non lo dico perchè metta difficoltà in cosa che non sia, perchè si può vedere in effetti e toccare con mano. Però V. S. mi scusi se io non lavoro continuatamente nel suo, e con tal fine le faccio umilissima riverenza, pregandole dal signor Iddio ogni vero bene con sanità perfetta. Da Bologna, il dì 10 di maggio, 1617.
     
     
      XCV.
      Lodovico Caracci al sig. don Ferrante Carlo.
     
      Dalla sua amorevolissima delli tredici del corrente ho inteso della sua indisposizione di febbre, e dello strazio della lite, cosa ordinaria delle liti, che bisogna essere armato di buona pazienza, e di gran prudenza, come V. S.; e all'ultimo, quando si è fatta la parte sua rimettersi nelle mani d'Iddio, come sa, e sperar bene. So che si potria ridere di me in quanto a lei, che sa il modo come di sopra; ma bisogna a servitori, come sono io, lasciarli dire per la buona intenzione verso il padrone, come V. S.
      Circa il quadro, a dirle il vero, sta così non finito, ma io ho speranza di ritirarmi in villa con quel quadro solo perchè non mi sia dato fastidio, e finirlo come spero. Stia di buon animo, che spero poi di servirla tanto meglio. Qua si fa la massa delli primi pittori. È arrivato il signor Domenico di Zan Pietro(160), di quella fama che lei sa: il signor Antonio Caracci sarà da noi fra quindici o venti giorni.


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Raccolta di lettere sulla pittura scultura ed architettura scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV XVI e XVII pubblicata da M. Gio. Bottari e continuata fino ai nostri giorni da Stefano Ticozzi
Volume Primo
di Autori Vari
pagine 422

   





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